giovedì 26 aprile 2012

Un'insegnante di Alassio indagata per maltrattamenti


Una maestra severa oppure una sadica aguzzina, che si divertiva a torturare gli alunni? Il dilemma divide da una settimana la città di Alassio.

Al centro dell’inchiesta c’è Loredana Bellia, in cattedra da quasi trent’anni e considerata da molti genitori una maestra-modello proprio per il rigore con cui tratta i bambini, spesso abituati a un trattamento troppo permissivo tra le mura domestiche. 

Il sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci ha indagato la docente per maltrattamenti, mentre il tribunale di Savona ha adottato un provvedimento di sospensione dall’insegnamento fino al termine delle lezioni. Le contestazioni mosse erano troppo pesanti, per rimetterla in contatto coi bambini che l’hanno denunciata, anche se il tutto è ancora da provare.



I racconti ai genitori riguardano un lungo elenco di angherie andate in scena nelle scuole elementari di via Neghelli alla Fenarina, quartiere popolare nella città più «in» del ponente ligure. 

Schiaffi, tirate d’orecchie, privazioni, divieto di andare in bagno e a bere durante le lezioni, obbligo di baciare il pavimento dell’aula appena attraversato dall’ educatrice.

Gli avvocati Le hanno consigliato di evitare qualsiasi dichiarazione. L'insegnante, per contro, continua a dichiararsi estranea tutti gli addebiti contestati, appoggiata, anche un pò a sorpresa, da alcune mamme.

Secondo qualche bambino, la presunta tortura dei baci sul pavimento sarebbe nata in realtà da una battuta dell’insegnante. «Per come vi insegno io, dovreste baciare per terra quando passo», avrebbe detto Bellia ai suoi allievi, due dei quali le hanno risposto cominciando a sbaciucchiare le piastrelle per prenderla in giro, tra le risate dei coetanei. E il divieto di uscire dalla classe durante la lezione sarebbe arrivato per mettere un freno a un gruppo di bimbi «vivaci» che chiedevano in continuazione di ricorrere ai servizi igienici, interrompendo la spiegazione.

Il caso comunque divide Alassio, abituata alle dispute tra innocentisti e colpevolisti dai tempi di don Luciano Massaferro, il parroco condannato a sette anni e otto mesi di reclusione per violenza sessuale su una chierichetta di undici anni. Se però la vicenda del sacerdote è già arrivata alla sentenza di appello e si attende il verdetto della Cassazione, l’indagine sull’insegnante è agli albori e le accuse dei piccoli studenti devono ancora essere verificate da psicologi e inquirenti.

Una cosa è certa: a farne le spese, qualunque sia l’esito dell’indagine, saranno come sempre i bambini,scaraventati al centro di un gioco ben più grande di loro.

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