venerdì 11 maggio 2012

Andrea Pirlo, quando un errore costa caro


Andrea Pirlo, Quando Un Errore Costa Caro
Quando Andrea Pirlo tenne la sua prima conferenza stampa da neojuventino disse di aver scelto i bianconeri perchè la società contava su di lui per tornare a vincere e a 9 mesi di distanza avevano entrambi ragione. Sì, perchè non era facile per l'introverso ragazzo bresciano fare le valigie da Milanello,lasciare dopo 10 anni la squadra campione d'Italia in carica e ricominciare da capo con una Juve reduce da una stagione disastrosa.
Eppure i veri campioni sono quelli che parlano poco davanti ai microfoni ma fanno urlare di gioia i tifosi la domenica : lui, Andrea, è taciturno come il più grande juventino, Alex Del Piero; insieme sono riusciti, sin dall'inizio, a prendere per mano l'intera squadra e a condurla verso il successo.
Il divorzio di Pirlo dal Milan fu piuttosto burrascoso : la dirigenza gli propose il rinnovo del contratto per un solo anno, lui si sentiva ancora giovane per il calcio che contava e ne chiese tre. Risposta? Picche. Allegri disse che preferiva far giocare nel suo ruolo Ambrosini o Van Bommel e Andrea si sarebbe dovuto accontentare di giocare in un'altra posizione.
In realtà, il messaggio era chiaro : qui non servi più. Perchè Andrea, sin dai tempi di Ancelotti che gli inventò quel ruolo, amava giocare come playmaker dando così lustro e successo alle tante vittorie rossonere. Eppure i maligni tirarono fuori la solita questione del "caro Dio denaro", le voci parlavano di un'offerta troppo bassa per poter proseguire il rapporto.
Così Andrea salutò a malincuore i compagni di tante battaglie e prese l'autostrada per Torino, destinazione nuova non solo per lui, ma per tutti : Juventus Stadium. Nuova avventura, nuovi tifosi, nuovo stadio : l'imperativo era vincere, perchè il carattere lo imponeva.
Sin dall'inizio della stagione, Pirlo riceveva dai suoi ex compagni sms misti di congratulazioni e di rimpianti : loro sapevano che la dirigenza rossonera aveva sbagliato di brutto, perchè solo un infortunio poteva fermare la voglia di rivincita del ragazzone bresciano.
Niente di niente, nemmeno un raffreddore o un mal di testa, perchè i dolori di capo semmai li faceva venire agli avversari che non sapevano come fermare quell'indiavolato ultratrentenne.
E così Conte iniziò quel processo di simbiosi tra lui e il resto della squadra, perchè Andrea non si discute, lui deve stare lì in mezzo al campo come un faro che illumina il porto nella notte : Conte spiega i suoi moduli e Pirlo esegue con saggia maestria, come un direttore d'orchestra guida i propri musicisti.
Andrea "Mozart" Pirlo ha cominciato a vincere, alla faccia di chi lo considerava già gli aveva consigliato il pensionamento anticipato : lui, con l'anima proletaria bresciana, sapeva di non sbagliare.

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